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Isle of May – Scozia

Quando arrivo ad Anstruther, un piccolo paese sulla costa orientale della Scozia, il porto è ancora una distesa di sabbia, è presto,  l’alta marea arriverà alle 12.30

Ma il tempo scorre velocemente ammirando come l’acqua invade il porto e alza le barche di 5 metri e ci permette così di partire.

L’isola dista 50 minuti ma lo spettacolo inizia già a metà viaggio quando cominciano i primi avvistamenti di pulcinelle che volano parallelamente al battello, comincio a scattare nonostante il movimento della barca,  e poi qualcuno avvista le sule, si tuffano violentemente in acqua e si continua a scattare fino a quando la velocità del battello diminuisce e ci ritroviamo vicini alla meravigliosa scogliera dell’isola che ci accoglie in un mondo visto soltanto in tv.

Le scogliere mostrano migliaia di uccelli:  Urie, Gabbiani, Gazze marine e Pulcinelle di mare. L’isola di May ha una delle più alte concentrazioni di uccelli marini nidificanti del nord Europa.

 Il battello attracca al piccolissimo porticciolo di Firth of Forth dove le sterne ci stanno aspettando, il guardiaparco ci consiglia di percorrere abbastanza velocemente i primi 30 metri del sentiero per evitare di essere attaccati, visto che sui prati adiacenti al molo ci sono molti nidi e molti pulli di sterna.

Sulla guida di questa piccola isola c’è scritto “chiudete gli occhi e respirate profondamente si sta per fuggire in un mondo diverso” ed è proprio cosi.

Una fotografa inglese sussurra che sembra di essere in un documentario.

Ho sempre fotografato natura ma qui è fin troppo facile tornare con le schede di memoria piene di buone foto.

 

Le sterne volano e scendono in picchiata sulle nostre teste, non vogliono farci sostare troppo vicino ai loro nidi, dopo aver percorso una piccola salita ci si affaccia sull’altro lato dell’isola e si arriva nel teatro delle pulcinelle e dei gabbiani.

La loro non è proprio una convivenza pacifica, spesso i gabbiani costringono le pulcinelle a lasciar cadere i pesci e ne approfittano, visto anche l’abilita di queste ultime nel pescare.

Le pulcinelle non sono distanti, hanno i loro nidi in buchi nel terreno e si radunano in gruppi.

Non è raro vederle con i pesci nel becco.

Se si mantiene un comportamento silenzioso e calmo ci si può avvicinare anche a 7-8  metri di distanza.

Continuando il sentiero dietro il faro dell’isola ci si affaccia sulla scogliera dove troviamo anche urie e gazze marine, è sempre consigliato rimanere nei camminamenti per non disturbare, un guardiaparco ci dice che sugli scogli sottostanti  ci sono foche grigie ma è meglio non sporgersi troppo, le vedremo poi.

Le due ore di sosta concesse sull’isola passano in fretta, il battello riparte ma la nostra macchina fotografica non ha finito il lavoro, ecco le foche sugli scogli e ancora sule e pulcinelle ci accompagnano per oltre metà viaggio.

A rivederla dal piccolo porto di Anstruther, l’isola di May, appare come uno scoglio insignificante, è lunga soltanto un chilometro e mezzo.  Eppure attraccare al suo porticciolo,  proprio all’uscita del Firth of Forth e all’ingresso del Mare del Nord, fa perdere al viaggiatore queste impressioni, il tempo ci ha assistito anche se il cielo si è coperto presto, ma il mare calmo ci ha permesso di viaggiare, non è raro ascoltare racconti di fotografi che hanno dovuto aspettare giorni per arrivare sull’Isle of  May, quello scoglio che sembra cosi vicino alla costa scozzese da poterlo toccare.

“Come una città, una colonia di uccelli marini sembra piena di stranieri. Il modo migliore per vivere è conoscere i vicini”

GALLERY – pag.1-2

 

 

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