Canon EOS 5D Mark III: nuovo firmware versione 1.2.1
Canon ha rilasciato un nuovo aggiornamento firmware, versione 1.2.1 per Canon EOS 5D Mark III
Grandi novità e soluzioni soprattutto per chi opera nel settore video, infatti con questa versione firmware
abbiamo l’uscita video non compressa a 8 bit con timecode sull’uscita hdmi.
Ma secondo me la novità più importante è la messa a fuoco con obiettivi f 8 con punto centrale a croce,
questo ci consente la messa a fuoco automatica del punto AF centrale anche quando usiamo combinazioni di duplicatore e obiettivo che arrivano appunto a f 8
Facciamo un esempio pratico, possiamo montare il 100-400 canon f5,6 con moltiplicatore 1,4X e avere la messa a fuoco automatica nel punto centrale.
Un’altra novità importante è la risoluzione del problema in cui il valore della lunghezza focale elencato nelle
informazioni EXIF non viene visualizzato correttamente per le immagini scattate utilizzando
l’obiettivo EF 24-70 mm F4L IS USM, un problema che a volte riscontro anche con altre combinazioni
di reflex e obiettivi.
Aumenta la velocità di acquisizione della messa a fuoco della fotocamera quando si utilizza il raggio
ausiliario di messa a fuoco automatico di uno Speedlite Canon.
Risolve un problema che potrebbe verificarsi quando l’impostazione di priorità scatto continuo è
attivata per esposizioni multiple e dopo la sesta immagine acquisita si verifica una breve pausa
prima che il resto della sequenza venga completato.
La comunicazione con il trasmettitore di file wireless WFT-E7 tramite protocollo FTP è stata migliorata,
ora il trasferimento avvienecorrettamente viene visualizzato un valore “O” al contrario in caso di errore
viene visualizzato un valore “X”
Risolve inoltre un’altra serie di piccoli problemi come i malfunzionamenti con schede Eye-Fi, le linee guida
possono essere visualizzate correttamente quando si imposta il valore di limite massimo per l’opzione
[Setting the ISO Speed Range for Auto ISO/Impostazione dell’intervallo di velocità ISO per ISO automatico],e
infine anche un problema riguardante altre lingue del menù.
Il firmware è scaricabile dal sito ufficiale della canon oppure inserendo questo link
http://www.canon.it/Support/Consumer_Products/products/cameras/Digital_SLR/EOS_5D_Mark_III.aspx?type=download&page=1
Indicazioni per l’installazione del firmware:
Copiare il firmware dal nostro pc alla scheda CF
Inserire la scheda CF con il firmware nella fotocamera e accendere l’interruttore di alimentazione <ON>.
Ruotare il selettore di modalità per selezionare la modalità <P> (o una delle altre modalità della zona creativa).
Accendere l’interruttore di alimentazione <ON>, quindi premere il pulsante <MENU> per visualizzare il menu.
Dopo aver selezionato “Firmware Ver.xxx”, premere il pulsante <SET>. Apparirà la schermata di aggiornamento del firmware.
Se la schermata di aggiornamento del firmware non viene visualizzata sul monitor LCD, il file di aggiornamento del firmware potrebbe non essere stato correttamente copiato nella scheda CF, bisogna riprovare e partire dal punto (1).
Questo messaggio viene visualizzato sul monitor LCD, controllare la versione del file di aggiornamento del firmware.
Dopo aver controllato il file di aggiornamento del firmware, le versioni del file di aggiornamento del firmware verrà visualizzata sul display LCD come segue.
Ruotare la ghiera di controllo rapido, selezionare il firmware, quindi premere il pulsante <SET>. Verrà visualizzato il seguente messaggio.
Eseguire l’aggiornamento del firmware dopo aver confermato la versione da installare, selezionando [OK] con la ghiera di controllo rapido e premendo il pulsante <SET>.
Questo messaggio viene visualizzato durante l’aggiornamento.
Quando l’aggiornamento è completato, questo messaggio viene visualizzato sul display LCD.
Completare l’aggiornamento del firmware premendo il pulsante <SET>.
L’aggiornamento del firmware è completata.
Formattare la scheda CF prima di utilizzarla di nuovo.
Non giudichiamo la nitidezza di un obbiettivo dal web
La valutazione di un’immagine è sicuramente un processo assai complicato e soggettivo,
se poi pensiamo di giudicare la nitidezza di un obbiettivo guardando un’immagine da 800 pixel,
salvata per il web direi che si rischiano brutte sorprese.
Infatti anche un micromosso o un leggero sfocato in un’immagine piccola sono difficilmente percepibili,
inoltre spesso un corretto lavoro di post produzione può ridurre il fenomeno.
Insomma dalle foto formato web, anche se bellissime, è impossibile giudicare la nitidezza di un obiettivo.
Prendiamo in esempio quest’immagine di un tronco fatta con due obiettivi diversi, (Sigma 120-400 e Canon 100-400) il tronchetto è abbastanza nitido in tutte e due le immagini.
Ma se andiamo a prendere il particolare con un crop al 100% ecco che si nota tutta la differenza tra questi due obiettivi.
e se ci spingiamo oltre si nota ancora di più come il sigma risulti meno nitido nei bordi, è molto più morbido del canon
Vedendo le prime due immagini non avremmo mai capito la reale differenza tra i due obiettivi e tanto meno la differenza di prezzo, avendo a disposizione un’immagine 100% del particolare tutto ci sembra più chiaro.
Quando si riduce una foto per il web, si ottiene un’immagine di bassa risoluzione e che spesso, per permettere alle pagine dei nostri siti di caricare velocemente, riduciamo anche di dimensioni.
Tutto questo può nascondere le differenze tra un’attrezzatura di qualità e un’attrezzatura economicha.
Quante volte una foto fatta con un buon telefono ci sembra perfetta ma poi vista su un pc a dimensioni reali notiamo difetti di rumore e nitidezza che non ci saremmo aspettati, ecco, questo è quello che più o meno succede con le immagini web.
Potremmo non vedere differenze tra una reflex di alto livello o una piccola compatta.
Se si vuole scegliere un obbiettivo basandoci sulle foto del web, dobbiamo avere a disposizione per confronto, anche un ritaglio della stessa immagine al 100%, allora possiamo andare più sicuri.
Si può percorrere anche la strada dei forum dedicati, ma vi consiglio di leggerne più di uno perchè anche lì
entriamo nella giungla della valutazione soggettiva.
: ringrazio Gianluca Ruggeri per avermi fornito le foto che abbiamo fatto con la sua attrezzatura.
Spazio colore
Gli spazi colore sRGB ed Adobe RGB 1998 sono due dei più usati spazi nella fotografia digitale. Se sia meglio usare l’uno o l’altro è e sarà sempre argomento di discussione.
Vediamo allora di capirci qualche cosa!
Lo spazio colore assegna una precisa gamma cromatica (gamut) all’immagine. I più comuni spazi oggi utilizzati sulle macchine fotografiche digitali sono appunto i seguenti:
sRGB,
Spazio colore standard per i vari dispositivi video, di stampa e web, creato da HP e Microsoft; presenta alcune limitazioni nello spazio del Ciano-Verde, per cui non riesce ad includere tutte le sfumature CMYK. Le immagini acquisite in sRGB sembrano più sature di quelle Adobe RGB, ma hanno un numero minore di sfumature.
ADOBE RGB (1998),
Spazio colore creato da Adobe per le stampanti CMYK; produce immagini meno sature ma più ricche di sfumature, anche se poi i monitor non sono in grado di mostrarlo.
La differenza principale fra gli spazi colore è quindi la diversa gamma cromatica (gamut) che può essere registrata.
L’immagine che segue può dare un’idea dell’estensione del gamut di Adobe RGB rispetto a quello sRGB nel caso di ombre (luminanza 25%), toni intermedi (luminanza 50%) e toni alti (luminanza 75%).
Verrebbe da dire che spazio migliore da utilizzare sia Adobe RGB ma la risposta non è cosi scontata. La scelta è in base alla funzione, non in base alla gamma. La più ampia gamma di colore di Adobe RGB non è completamente riproducibile dai monitor, pertanto dovremmo gestire un maggior numero di colori che però non visualizzeremo in modo corretto durante la postproduzione.
Lo spazio sRGB è l’unico che consente di vedere a monitor (calibrato) l’immagine come verrà in stampa o sul web. Di conseguenza, se questa è la destinazione delle proprie immagini, allora lo spazio colore delle immagini finali deve essere sRGB, mentre quello di lavoro può anche essere Adobe RGB o nessuno (nel caso del RAW).
E’ anche da dire però a vantaggio di Adobe RGB che in postproduzione è sempre possibile convertire un’immagine che ha spazio colore Adobe RGB in un’immagine con spazio colore sRGB, ma non si può fare il processo inverso.
Quando si scatta in RAW, (spesso conviene e spiegheremo il perché) la cosa è molto più semplice.
Se si scatta in RAW la fotocamera ignora lo spazio colore. Questo viene applicato in postproduzione tramite il software usato per la conversione. Se invece si fotografa direttamente in JPEG, allora è determinante impostare lo spazio colore nel menu della fotocamera.
Il RAW è un formato grezzo che accumula tutti i dati di scatto, li memorizza ma non li processa definitivamente, lasciando a noi la possibilità di scegliere molti dei parametri in postproduzione, e quindi ci permette di scegliere lo spazio colore nella fase di conversione del file in jpeg, in base all’uso che dovremmo fare della nostra immagine.
Non ci sono canali del rosso, verde e blu ma solo un singolo flusso di dati che contiene informazioni sul verde (50% dei dati), sul rosso (25%) e sul blu (25%), più una serie di metadati che rappresentano lo stato della fotocamera (bilanciamento del bianco, saturazione, contrasto e così via). Le percentuali si riferiscono a fotocamera dotate di sensore con filtro di Bayer (praticamente il 90%)
Il gamut totale di un file RAW tipico è più grande di quello di questi spazi colore.
Il sensore cattura molto di più di quanto lo spazio colore Adobe RGB possa rappresentare. E’ chiaro quindi che una conversione in Adobe RGB o sRGB ci fa perdere informazioni. Il file RAW, invece, le contiene tutte.
Altri profili colore
ProPhotoRGB: usato dal programma Lightroom, per i professionisti, ha un gamut a 16 bit ancora più ampio dell’AdobeRGB.
Nel grafico riportato sopra viene confrontato lo spazio LAB con lo spazio ProPhoto RGB e con lo spazio Adobe RGB. Il confronto è utile perchè lo spazio LAB è l’unico che rappresenta come l’occhio umano vede il colore; in un certo senso si può dire che rappresenta l’estensione dell’occhio umano: tutto ciò che sta fuori allo spazio LAB non è percepito dall’uomo.
LAB: questo è uno spazio importante, molto utilizzato come spazio di passaggio nelle conversioni tra spazi di colore. Viene utilizzato anche nel fotoritocco grazie alla sua particolare costruzione, costituita da un asse L di luminosità (quindi dal bianco al nero), e da due assi di colore a e b. Molte operazioni eseguite solo sul canale L (esempio tipico: lo sharpening) sono molto efficaci perché non intervengono sui canali colore.
Conclusioni:
Se dobbiamo mandare in stampa, o la destinazione finale è internet, è preferibile un profilo colore sRGB, gli altri sono poco gestiti e alla fine è meglio farsi da se la conversione.
L’utilizzo di Adobe RGB è una delle principali cause di colori che non corrispondono tra monitor e stampa.
Adobe RGB teoricamente può rappresentare una più ampia gamma di colori, tuttavia:
dal momento che Adobe RGB stringe i colori in una gamma più ridotta, l’intera gamma sarà rappresentata solo se si ha il software corretto per leggerlo.
In pratica se si è fotografi professionisti e gestiamo direttamente la stampa allora il profilo da usare è Adobe RGB, in stampe di grande formato saranno ben rappresentate tutte le tonalità e avendo sempre davanti il risultato potremmo gestire al meglio le sfumature di colore.
Ricordiamo anche che da Adobe RGB possiamo passare a sRGB ma non viceversa.
Il formato RAW mette d’accordo tutti.
Note personali:
Se fotografo un’evento sportivo utilizzo sRGB, primo perché la destinazione sarà il web o una stampa il massimo delle volte 20×30, e poi perché tornando a casa con migliaia di immagini non abbiamo molto tempo per la post-produzione e quindi scatto direttamente in jpg. Massimo il giorno dopo le immagini devono essere visionabili sul web.
Per le altre situazioni, editoria, stampa grande formato, birdwatching, paesaggi ecc. è preferibile il formato RAW senza dubbio e poi il profilo lo daremo in base all’utilizzo.
Qualsiasi fotografo naturalista vorrà prima o poi avvicinarsi al piccolo mondo della macrofotografia per vedere e ammirare quello che i nostri occhi non sono abituati ad ammirare, particolari quasi invisibili senza una giusta attrezzatura.
Con il termine macro viene definita quella foto con fattore di ingrandimento 1:1, cioè quando l’immagine proiettata sul sensore è delle stesse dimensioni del soggetto. A volte vedremo foto classificate macro anche con ingrandimenti minori, questo perchè vengono chiamate così anche foto di soggetti comunque piccoli.
Gli obiettivi macro hanno un costo abbastanza elevato ma esiste un modo più economico per avvicinarsi a questo tipo di fotografia, anche se chiaramente con alcuni limiti, i tubi di prolunga.
Più la lunghezza focale è corta e più la distanza di messa a fuoco diminuisce, ricordiamo anche che la profondità di campo sarà ridottissima.
Un tubo macro è praticamente un tubo vuoto, con gli attacchi giusti per la vostra reflex, vengono venduti in varie lunghezze, quelli mostrati nella foto sono praticamente 3 parti separabili di lunghezze diverse, ne esistono in commercio molti tipi.
Una volta montato il tutto, dobbiamo armarci di pazienza perchè questi tubi sono si economici ma hanno dei limiti, il primo fra tutti è la regolazione del diaframma, questo perchè non hanno l’elettronica per gestire automaticamente la reflex. Disattiviamo anche la messa a fuoco automatica e procediamo in questo modo, tutto manuale.
Se proviamo a mettere a fuoco con la ghiera dell’obiettivo, calcolando anche che il piano di messa a fuoco è ridottissimo, si nota subito che è diventato praticamente uno zoom, quindi conviene impostare la messa a fuoco al maggiore ingrandimento possibile e spostare noi la fotocamera più avanti o indietro fino al punto giusto di messa a fuoco.
Basteranno pochi millimetri più avanti o indietro per cambiare completamente la messa fuoco.
La foto del grillo è stata realizzata con i tubi (combinazione 1-2) e un’ obiettivo 17-85 canon.
Possiamo usare i tubi anche con focali maggiori per non avvicinarci troppo, ma ricordiamo che ogni minima vibrazione sarà catastrofica, quindi meglio usare un treppiedi.
Ripeto che con questo sistema dobbiamo armarci di pazienza, prima di provare a riprendere qualche insetto, alleniamoci in casa con un oggetto qualsiasi o un fiore sul balcone, in modo da capirne bene il funzionamento.
Come detto in precedenza esistono vari tipi di tubi, quelli economici (nella foto) costano intorno ai 15-20 euro, ci sono poi in commercio anche tubi di prolunga che mantengono gli automatismi, sia dell’esposizione che del diaframmama, i costi si aggirano intorno ai 100 euro.
Le lunghezze classiche dei tubi sono di 12-20-36 mm, o 13-21-31 mm, sommando le varie combinazioni avremo distanze in millimetri del piano focale, cambiando così anche il fattore di ingrandimento.
CANON 6D FULL FRAME
La Canon EOS 6D è un full-frame da 20.2MP che offre una qualità d’immagine straordinariamente elevata e di dettaglio. Con il potente processore DIGIC 5 + a 14-bit di conversione, il sensore full-frame è in grado di registrare immagini vivide con sensibilità estesa fino a ISO 102400. La potenza di elaborazione offre anche intelligenti tecniche di riduzione del rumore e la possibilità di registrare le immagini fisse continuo ad una velocità fino a 4,5 fps alla massima risoluzione.
Il grande sensore CMOS full-frame da 20,2 megapixel offre un alto livello di qualità delle immagini, con perfezione di nitidezza e dettaglio.
Il sensore più grande è in grado di produrre una maggiore profondità visiva e di gradazioni tonali.
Inoltre, un sensore grande fornisce maggiore controllo del piano di messa a fuoco e applicare le tecniche di fuoco selettivo.
Questo sensore offre immagini con una risoluzione massima di 5472 x 3648 pixel, con una dimensione del pixel di 6,55 micron quadrati, per una migliore cattura di luce e una diminuzione del rapporto segnale-rumore. Questa struttura dei pixel funziona in stretta collaborazione con il Processore DIGIC 5+, e i suoi 14-bit per produrre una gamma di sensibilità ISO 100-25600, che può essere ulteriormente ampliata a ISO 50-102400.
Punto di messa a fuoco automatica del sistema
La 6D integra un sistema di 11 punti AF per una rapida e precisa messa a fuoco indipendentemente dal soggetto o dalla situazione di scatto. Questi 11 punti forniscono una copertura uniforme sull’intero fotogramma, mentre un più raffinato punto centrale del tipo a croce con sensibilità -3 EV fornisce più efficienza, in caso di scarsa illuminazione. One-shot AF, AF AI Servo, e AI Focus AF sono tutti disponibili a seconda delle proprie esigenze, e inoltre la modalità AI Servo è personalizzabile per quanto riguarda la Focus Tracking, accelerazione, sensibilità e decelerazione.
Monitor LCD
Il 3.0 “Clear View TFT LCD offre una visualizzazione di alta qualità con una risoluzione di 1.040.000 punti, e anti-riflesso. Ciò consente una visualizzazione nitida e chiara anche nella più luminosa delle condizioni e delle immagini.
È anche possibile ingrandire e navigare all’interno dell’immagine quando si usa il Live View e utilizzare le linee della griglia per il controllo di precisione oltre l’allineamento della vostra fotografia.
iFCL a 63 zone “Dual Layer “
Un sistema di misurazione intelligente funziona in combinazione con il sistema di messa a fuoco automatica e analizza in maniera indipendente messa a fuoco, colore e luminanza all’interno della scena per le impostazioni di esposizione più precisi possibili. Le 63 zone coprono l’intera area dell’immagine con grande dettaglio e la costruzione a doppio strato consente una sensibilità più ampia per diverse lunghezze d’onda della luce.
Gli strati sono divisi in due, un canale rosso / verde e un canale blu / verde, che neutralizza le luci rosse. Una serie di algoritmi sono impiegati per combinare i dati ricevuti da entrambi gli strati, con la lettura conseguente all’esposizione estremamente precisa indipendentemente dalle condizioni di ripresa.
Questo sistema di misurazione impiega metodi di misurazione valutativa, media pesata al centro e spot per determinare l’esposizione, oltre a permettere di + / – 5 EV la compensazione dell’esposizione per una maggiore manipolazione della impostazione dell’esposizione.
EOS Video HD
La registrazione Full HD dei video è supportata in diversi formati, tra cui 1080/30p, 24p, 25p, 720/60p, 50p, 480/60p, 50p. Durante la registrazione video, una partizione da 4 GB automatica dei file viene utilizzata al fine di ottenere tempi di registrazione più continui, fino a 29 minuti e 59 secondi. Sia All I-frame (richiede UHS-I della scheda di memoria) e compressioni IPB sono supportati così come lo standard codec H.264/MPEG-4 AVC.
La registrazione video è stata ulteriormente migliorata con la possibilità di regolare manualmente le impostazioni di esposizione ei livelli audio, l’esposizione può essere regolata utilizzando sia variabili di apertura e velocità dell’otturatore, e il suono può essere gestito attraverso un livello di controllo del volume. Inoltre, un microfono stereo esterno può essere utilizzato ed è collegato attraverso il terminale microfono da 3,5 millimetri.
Il processore DIGIC 5 + oltre a migliorare notevolmente i tempi di risposta video, aiuta a ridurre gli artefatti a colori, aberrazioni, e fornisce al contempo la possibilità di registrare con sensibilità fino a ISO 25600 in modalità H.
Wi-Fi e GPS
Wi-Fi e tecnologia GPS rendono la connettività altamente funzionale con altri dispositivi, tra cui la possibilità di condividere immediatamente le immagini dalla fotocamera.
Le impostazioni di esposizione possono essere controllate in remoto dal proprio smartphone.
Le funzioni del ricevitore GPS allo stesso modo sono in grado di registrare i dati su base locale (longitudine, latitudine, altitudine e tempo universale coordinato) come dati EXIF che vengono poi incorporati nelle tue file di immagine. Questo consente quindi di tenere traccia di dove le immagini sono state registrate e visualizzare il percorso esatto di un’eventuale viaggio fotografico.
HDR
La modalità High Dynamic Range (HDR), consente la creazione di immagini HDR in-camera, riducendo il tempo necessario per sovrapporre manualmente le immagini in post-produzione. Quando si utilizza questa modalità, una serie di esposizioni vengono effettuate della stessa immagine, poi automaticamente sovrapposte.
TABELLA CARATTERISTICHE PRINCIPALI
SENSORE
Tipo |
CMOS da 36 x 24 mm |
Pixel effettivi |
Circa 20,2 megapixel |
Pixel totali |
Circa 20,6 megapixel |
Rapporto |
3:2 |
Filtro low-pass |
Integrato/fisso con rivestimento al fluoro |
Pulizia sensore |
Sistema integrato di pulizia EOS |
MESSA A FUOCO
Tipo |
TTL-CT-SIR con sensore CMOS dedicato |
Sistema AF/punti |
11 punti (1 al centro di tipo a croce fino a f/5,61, sensibilità superiore a f/2,8) |
Intervallo di utilizzo AF |
EV -3 – 18 (a 23°C e ISO 100) |
Modalità AF |
AI Focus One Shot AI Servo |
Selezione del punto AF |
Automatica Manuale È possibile selezionare i punti AF separatamente per inquadrare in verticale e in orizzontale |
Visualizzazione del punto AF selezionato |
In sovrimpressione nel mirino e sul pannello LCD e sullo schermo a controllo rapido |
Blocco AF |
Bloccato quando il pulsante di scatto viene premuto a metà corsa in modalità One Shot AF o viene premuto il pulsante AF-ON. |
Microregolazione AF |
C.Fn II-9 +/- 20 intervalli (impostazione “wide” e “tele” per messa a fuoco) Regolazione di tutti gli obiettivi allo stesso valore Regolazione individuale fino a 40 obiettivi Regolazioni ricordate per obiettivo per numero di serie |
CONTROLLO ESPOSIZIONE
Modalità di misurazione |
Lettura TTL a piena apertura con SPC a doppio strato su 63 zone (1) Lettura valutativa (collegata a tutti i punti AF) (2) Lettura parziale al centro (ca. 8% del mirino, al centro) (3) Lettura spot (ca. 3,5% del mirino, al centro) (4) Lettura media pesata al centro |
Gamma di misurazione |
EV 1 – 20 (a 23 °C con obiettivo 50 mm f/1,4 a ISO 100) |
Compensazione esposizione |
‘+/- 5 EV, in incrementi di 1/3 o 1/2 stop (combinabile con AEB). |
AEB |
2, 3, 5 o 7 scatti con incrementi di +/-3 EV 1/3 o 1/2 di stop |
Sensibilità ISO* |
Auto (100-25600), 100-25600 (con incrementi di 1/3 di stop o stop completi) La gamma ISO può essere estesa fino a L: 50, H1: 51200, H2: 102400 Durante la ripresa di filmati: Auto (100-12800), 100-12800 (con incrementi di 1/3 di stop o stop completi) ISO estendibile fino a H: 25600 |
MONITOR LCD
Tipo |
TFT Clear View da 3″ (7,7 cm), ca. 1.040.000 punti |
Copertura |
Circa 100% |
Angolo di visualizzazione (orizzontale/verticale) |
Ca. 170° |
Regolazione luminosità |
Regolabile su sette livelli |
Opzioni di visualizzazione |
(1) Schermo a controllo rapido (2) Impostazioni fotocamera (3) Livella elettronica |
SCATTO
Modalità |
Scene Smart Auto, Senza Flash, Creativa automatica, Ritratto, Paesaggio, Macro, Sport, Ritratto notturno, Scatto notturno manuale, Controllo retroilluminazione HDR, Programma AE, AE con priorità otturatore, AE con priorità diaframma, Manuale |
Spazio colore |
sRGB e Adobe RGB |
Modalità di comando |
Singolo, Continuo, Autoscatto (2 sec + telecomando, 10 sec + telecomando), Scatto singolo silenzioso, Scatto continuo silenzioso |
Scatto continuo |
Max Circa 4,5 fps (velocità mantenuta per 1250 immagini (JPEG)¹² o 17 immagini (RAW))³ (con scheda UHS-I)² |
TIPO DI FILE
Tipo fermo immagine |
JPEG: Fine, Normal (conforme a Exif 2.21 [Exif Print])/sistema Design rule for Camera File (2.0), RAW: RAW, M-RAW, S-RAW (RAW Canon seconda edizione a 14 bit), compatibile con Digital Print Order Format [DPOF] versione 1.1 |
Dimensioni immagine |
JPEG: (L) 5472 x 3648, (M) 3468 x 2432, (S1) 2736 x 1824, (S2) 1920 x 1280, (S3) 720 x 480 RAW: (RAW) 5472 x 3648, (M-RAW) 4104 x 2736, (S-RAW) 2736 x 1824 |
Tipo filmato |
MOV (Video: intra frame/inter frame H.264; Audio: PCM lineare, livello di registrazione regolabile manualmente) |
Dimensioni filmato |
1920 x 1080 (29,97; 25; 23,976 fps) intra o inter frame 1280 x 720 (59,94; 50 fps) intra o inter frame 640 x 480 (59,94; 50 fps) inter frame |
Lunghezza filmato |
Durata massima 29 min 59 sec |
SOFTWARE
Visualizzazione e stampa |
ImageBrowser EX |
Elaborazione delle immagini |
Digital Photo Professional |
Altro |
PhotoStitch, EOS Utility (incl. scatto remoto), Picture Style Editor |
ALIMENTAZIONE
Batterie |
Batteria agli ioni di litio ricaricabile LP-E6 (in dotazione) |
Durata della batteria |
Circa 1090 (a 23 °C, AE 50%, FE 50%)¹ Circa 980 (a 0 °C, AE 50%, FE 50%) |
Indicatore batteria |
6 livelli + percentuale |
CARATTERISTICHE FISICHE
Materiali corpo fotocamera |
Rivestimento corpo anteriore e posteriore in lega di magnesio. Coperchio superiore in policarbonato |
Dimensioni (L x A x P) |
144,5 x 110,5 x 71,2 |
Peso (solo corpo fotocamera) |
Circa 755 g (standard CIPA, incluse batteria e scheda di memoria) |
COSTO : 1900-2000 euro
Avete mai provato a prendere le foto di un paesaggio invernale coperto di splendita neve bianca?
E, che la neve in tutte le vostre foto finisca sempre per essere grigia, al posto di quella bella bianca?
Il “problema neve grigia” è molto comune, e accade perché l’esposimetro della fotocamera è tarato, sul grigio medio, che riflette il 18% della luce.
Questa taratura è ottimale per la maggior parte dei casi, purtroppo però quando l’esposimetro è puntato su qualcosa di bianco, o di nero, la lettura non è più cosi precisa, in quanto lui tenta di riportare tutto al grigio 18%
Quando si inquadra la neve, il nostro esposimetro viene ingannato e pensa solo che si sta cercando di fotografare un soggetto grigio in luce più intensa, a questo punto automaticamente sottoespone la nostra foto.
Il modo più semplice per ottenere una corretta esposizione per le vostre foto della neve è quello di utilizzare la compensazione dell’esposizione.
Di solito, l’impostazione della compensazione dell’esposizione tra +1 e +2 vi darà una buona esposizione per le scene innevate.
Prima di iniziare a fotografare si può effettuare qualche scatto di prova concentrandosi sull’istogramma dei livelli, per capire quale è la correzione da apportare.
Ricordiamo che è molto più difficile recuperare fotografie “bruciate” che fotografie sottoesposte.
Si può utilizzare anche il sistema del cartoncino grigio al 18% ma il più delle volte non ne abbiamo ne il tempo ne la possibilità.
Comunque se vogliamo possiamo provare.
Tenere il cartoncino grigio di fronte all’obiettivo, in modo che copra l’intero fotogramma.
Scatta una foto, e prendiamo il dato di esposizione
Passare alla modalità manuale, impostiamo l’esposizione di cui sopra, anche se la fotocamera ci dirà che è un’esposizione elevata.
Comporre il paesaggio innevato, e premere il pulsante di scatto!
BILANCIAMENTO BIANCO
L’altra cosa che può essere un po’ complicata è il giusto bilanciamento del bianco.
Ricordo che è sempre preferibile scattare in formato RAW, proprio per effettuare alcune regolazioni come il bilanciamento del bianco.
Dopo aver esposto a destra, possiamo provare ad impostare il bilanciamento del bianco su luce flash al posto della regolazione automatica. Questo di solito darà un risultato leggermente più caldo in quanto è progettato per compensare il colore leggermente blu bianco di illuminazione flash.
In questa ultima foto il bilanciamento del bianco è impostato su ombra visto che il paesaggio era in ombra
Io preferisco fare la mia regolazione del bilanciamento del bianco in Adobe Camera RAW sul mio computer. In questo modo posso fare una regolazione fine e ottenere esattamente quello che voglio.
Consiglio:
Ricordiamoci che siamo in ambienti freddi, quindi la batteria avrà una durata minore, e se la sessione fotografica prevede alcune ore di tempo, consiglio una seconda o anche terza batteria di scorta da portare in una tasca interna della nostra giacca dove sicuramente è più caldo.
La Pixma PRO-1 è la stampante ammiraglia della Canon, in grado di produrre stampe fotografiche di alta qualità fino al formato A3.
Utilizza serbatoi più grandi della versione precedente, ed è più veloce nella stampa fotografica.
Nei vari test risulta ottima la resa nelle immagini in bianco e nero o in quelle foto con sfondi scuri, infatti grazie ai suoi 5 serbatoi tra nero e scala di grigi, riesce a restituire una profondità di immagine notevole.
I colori ad inchiostro pigmentato sono 12: rosso, giallo, ciano, magenta, ciano fotografico, magenta fotografico, nero opaco, nero fotografico, grigio chiaro, grigio, grigio scuro
Completano il quadro il serbatoio di funzionalità Chroma Optimizer, che assicura una maggiore densità del nero e una lucentezza uniforme, e l’elevata risoluzione di stampa pari a 4800x2400dpi. Il nuovo sistema Optimum Image Generating (OIG), inoltre, analizza la foto a colori e calcola con precisione la combinazione ottimale e il volume delle gocce d’inchiostro, per arrivare alla capacità di stampare a 16 bit per canale.
La Pixma Pro-1 utilizza grandi cartucce d’inchiostro, con ognuna 36ml di inchiostro. Si tratta di una capacità nettamente superiore rispetto ai precedenti modelli Pixma Pro.
All’installazione iniziale, una notevole quantità di inchiostro viene tirato attraverso le linee di alimentazione, in modo da fornire un flusso continuo di inchiostro alla testina di stampa. Quindi se controlliamoi livelli di inchiostro, ci mostrerà livelli abbastanza bassi, ma non dobbiamo disperare perchè soltanto parte dell’inchiostro è stato scaricato, il resto sta soltanto occupando il tubo dell’inchiostro. Sostituzioni successive di singole cartucce manterranno il loro livello alto di inchiostro molto più a lungo.
La fine di un serbatoio viene visualizzato con delle spie luminose su ogni cartuccia.
Per coloro che preferiscono i settaggi manuali, Canon ha rilasciato come software gratuito, Management Pro Si Colore. Questo software permette agli utenti di calibrare sia la stampante che di creare profili ICC di alta qualità, inoltre, la Pro-1 gestisce comodamente spesse carte pesanti come Hahnemühle Baryta di Photorag, anche nel suo vassoio standard di alimentazione posteriore, con una fessura di alimentazione manuale progettato per i media, anche più spessi.
La Canon Pixma PRO-1 è un formidabile A3 di qualità professionale in grado di stampare immagini eccezzionali. Lo fa particolarmente bene nella stampa di output in bianco e nero o quasi nero, grazie ai suoi serbatoi di nero e grigi.
Riportiamo di seguito alcune principali caratteristiche:
PIXMA PRO-1 Specifiche principali
12 serbatoi di colore a pigmento comprendente 5 inchiostri monocromatici e una serbatoio di funzionalità Chroma Optimizer
Grande capacità dei serbatoi di inchiostro 36ml
4800 x 2400 dpi Risoluzione di stampa
Alimentazione carta manuale per supporti spessi
Built-in porta Ethernet
Cosa c’è nella scatola?
Pixma Pro-1 stampante
Stampa CD / DVD vassoio
PGI-29 cartucce d’inchiostro (12)
Cavo di alimentazione
Testina di stampa
CD di installazione
Scheda di garanzia
Il costo si aggira intorno ai 740 euro
Fare foto Subacquee di Andrea Sordi
Per chi si avventura nella fotografia subacquea le due varianti principali di cui tener conto sono la mancanza di luce e il bilanciamento del bianco.
L’acqua infatti assorbe le dominanti di colore più calde, per questo motivo a meno di non usare un bel flash o sorgenti di luce esterne come faretti, le foto avranno sempre una dominate blu, e più si andrà in profondità è più l’uso di una sorgente di luce diventa obbligatoria.
Scattare in modalità RAW è sicuramente la soluzione migliore, e si avrà la possibilità di impostare il bilanciamento del bianco successivamente.
La messa a fuoco automantica non sempre è precisa sott’acqua, e quindi il metodo manuale è spesso necessario.
Ricordiamo anche che in acqua i soggetti sembrano più vicini di un terzo, in quanto l’acqua agisce da lente di ingrandimento, e per questo i soggetti sono più grandi di un terzo.
Se mezzogiorno è il momento peggiore per le foto in superficie, è senza dubbio il momento migliore per fare foto sott’acqua, i raggi del sole incidono perpendicolarmente la superficie del mare diminuendo così i riflessi.
Ricordiamoci infine che non possiamo sostituire batterie e schede, quindi batteria carica e scheda di memoria con tanti giga.
Le foto contenute in questo articolo sono di Andrea Sordi
Questa foto è stata pubblicata sulla rivista American West.
Quando si fotografano i cavalli bianchi o neri in una giornata di sole, l’esposizione della macchinetta potrebbe non darci i giusti risultati per vari motivi.
Sono situazioni da gestire in maniera manuale o al massimo regolando l’esposizione a priorità di diaframma, ossia dare stop di sotto o sovraesposizione.
In questo caso ho sottoesposto per evitare di bruciare il bianco, ricordando appunto che in post produzione le zone scure sono abbastanza recuperabili mentre le zone bruciate perdono ogni tipo di informazione.
T: 1/1000 sec. f/5,6
Consiglio: i cavalli neri prima di una gara sono veramente portati a lucido, è quindi necessario fare attenzione e controllare i primi scatti
Questa foto è stata scattata con il mitico Canon 70-200 f.2,8 che mi ha permesso di avere un tempo abbastanza veloce per lo scatto del soggetto in movimento.
T: 1/400 sec. – iso 640 – naturalmente f/2,8 e distanza focale 100mm