Il merlo acquaiolo, anche noto come passero tuffatore
Per poter fare una foto come questa non serve soltanto un tempo molto veloce e una bella raffica, quello che è servito è stato il filtro polarizzatore. Per fare cosa? Per poter vedere la parte facciale dell’uccello sotto la superficie dell’acqua. Infatti è ben visibile l’occhio e il becco che vanno a pesca nonostante siano sotto l’acqua.
Inutile dire che l’appostamento è durato tanto e le raffiche di foto si sono sprecate, ma poi con la pazienza arriva lo scatto giusto.
Dati: Canon mirrorless R6 – T.1/1000 sec – f/5,6 – focale 400mm – Esposizione -0,3
Scoiattolo ripreso con tempo di scatto di 1/4000 di secondo, diaframma 5,6 – focale 400mm
L’importante è essere perpendicolari alla traiettoria del salto, messa a fuoco manuale sul punto dove potrebbe saltare e poi aspettare. E’ chiaro che avevo già notato che quello era uno dei punti preferiti per spiccare il salto.
Tarda primavera ed inizio estate è il momento migliore per fotografare le farfalle. Unico inconveniente? Bisogna alzarsi veramente presto.
La mattina presto gli insetti sono più fermi, infatti le farfalle hanno bisogno del calore del sole per riuscire a utilizzare le loro ali, e proprio per questo motivo risultano essere più lente quando l’aria è ancora fresca del mattino. Anche il tramonto può essere un buon momento.
Sia perché la luce del sole, ancora basso, è la migliore. Dopo una certa ora, soprattutto nel periodo estivo, la luce diventa anche troppo dura e la foto ne risente nel risultato finale.
La luce sulla farfalla deve essere omogenea altrimenti si potranno creare zone d’ombra e cerchiamo di metterci il più possibile alla loro altezza posizionando la macchina con il sensore parallelo alle ali. (il più possibile almeno).
Un piccolo pannellino riflettente potrebbe essere di grande aiuto per fotografare le farfalle, come potrebbe esserlo un flash circolare, da attaccare all’obiettivo, che possa fungere anche da semplice lampada. (su internet si trovano anche a meno di 50 euro)
Abbassare qualche filo d’erba che si trova subito dietro per poter rendere lo sfondo più omogeneo e che non disturbi.
E se il soggetto non è abbastanza lontano dallo sfondo? Possiamo fotografare le farfalle lo stesso, cercando di fare in modo che lo sfondo entri a far parte dell’immagine, dando magari un’idea sull’ambiente in cui vive il lepidottero.
Se possibile utilizziamo la messa a fuoco manuale, e sempre se possibile, utilizziamo la tecnica del focus stacking soprattutto per la zona degli occhi che potrebbe non essere sullo stesso piano focale delle ali.
INDISPENSABILE un cavalletto o un monopiede.
RICORDIAMO CHE le farfalle sono molto delicate, non serve fare forzature estreme e danneggiarle solo per poter portare a casa una foto
Per le foto riportate in questo artico è stato utilizzato un obiettivo macro 100mm di focale
Un prisma di Newton, una scatola e un obiettivo grandangolare bastano per divertirsi con la luce del sole. La velocità della luce varia a seconda della lunghezza d’onda. Quando la luce attraversa un mezzo denso, come il prisma di vetro cambia la sua velocità. Pertanto, l’angolo di rifrazione della luce varia a seconda della lunghezza d’onda. L’angolo di rifrazione è più alto nelle alte frequenze, (blu e viola) è più basso nelle basse frequenze (rosso e arancione)Per questa ragione si forma un ventaglio di colori dal rosso al viola chiamato spettro (dal latino spectrum – apparizione). In conclusione, nella dispersione della luce i raggi sono deviati con un angolo differente a seconda della lunghezza d’onda. Tutto questo fu scoperto da Newton nel 1665, e non solo, quel geniaccio di Newton scopri che era possibile ricomporre i colori in luce bianca con un secondo prisma rovesciato, dimostrando che la scomposizione della luce è un fenomeno fisico reversibile. Una curiosità: Il prisma a base triangolare è il soggetto della copertina dell’album The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd. Tuttavia nella figura è mostrato il raggio di luce che rimane bianco dopo la prima rifrazione all’interno del prisma. Questo non è esatto perché la differenza nella velocità dei diversi colori della luce dovrebbe causare una dispersione e mostrare lo spettro anche nella prima rifrazione.
Per fare questa foto (cliccare sull’immagine per aprirla) è stato usato un’obiettivo 200mm, la particolarità sta nel fatto che davanti all’obiettivo è stato inserito un filtro nd500 che aumenta il tempo di esposizione di 9 volte.
Il tempo di esposizione quindi si è allungato fino a 5 secondi. Durante questi 5 secondi le piante poste come sfondo venivano mosse a destra e sinistra per creare un’effetto pennellata. I fiori in primo piano devono rimanere fermi per 5 secondi, quindi bisogna proteggerli con dei pannelli anche se può sembrare che non ci sia vento. In questo tipo di foto il diaframma ha un’importanza secondaria perché comunque lo sfondo verrà mosso e sfocato.
Qual è la cosa più difficile da fare? Trovare la goccia d’acqua proprio dove vogliamo noi. Missione quasi impossibile, allora ci dobbiamo attrezzare con una siringa normale e uno spruzzino con acqua. A questo punto abbiamo due cose da fare. Primo spruzzare leggermente il fiore con acqua nebulizzata, e poi impazzire per sistemare la nostra goccia o le nostre gocce dove vogliamo. L’obiettivo che è stato usato, per la foto che vedete in copertina dell’articolo, è un 100mm macro per poterci avvicinare molto e far vedere il fiore posto in secondo piano, proprio dentro la goccia d’acqua. Una delle difficoltà è trovare appunto la situazione ideale, mentre la seconda è che se siamo all’aria aperta ci sarà sempre un po’ di vento che ci disturberà sia per la sistemazione della goccia e sia perché potrebbe muovere i petali del fiore, quindi stiamo attenti al mosso e cerchiamo un tempo di scatto ideale. Una volta fatta la foto è sempre meglio rivederla sul monitor a grandezza massima per trovare eventuali errori.
Se invece siamo in un posto chiuso magari sfruttando dei fiori che abbiamo sul balcone, diventa tutto più semplice, (mi raccomando di non strappare fiori nei boschi per portarli a casa) ma non semplicissimo perché anche dobbiamo stare attenti. Prima di tutto ricordate sempre che le gocce d’acqua riflettono tutto quello che c’é intorno a noi, quindi se potete usate dei pannelli anche di polistirolo per chiudere il set, molto meglio se avete un cubo per still life. Senza fretta sistemare prima di tutto il set nel miglior modo possibile, a questo punto abbiamo tutto il tempo per fare prove e sistemare magari una o due fonti di illuminazione.
Foto di Giancarlo Neccia